"Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate"
(Dracula)

sabato 30 luglio 2011

Considerazioni di cattivo gusto sulle vacanze

I miei impegni per questa stagione sembrano terminati, pertanto dovrei essere ufficialmente in vacanza. Bello, no? Beh, insomma…
Dopo quattro giorni senza “studiare” (per “studiare” in questa sede intendo il produrmi in attività celebro-intellettuali di qualsivoglia natura) stavo impazzendo. “Il tempo sembra non passare mai se non studi” diceva un mio amico, ed ha ragione. Questo però va contro il concetto stesso di vacanza.
“Vacanza” viene dal latino “vacans”, participio presente di “vacare”, ovvero essere vacuo, vacante. Quindi, si potrebbe dire che le vacanze ci rendono “vuoti”.

(*)
Ecco, sotto l’ombrellone (o magari mentre vi strafogate di insaccati all’ombra di un pino di montagna) pensate a questa sfumatura: apprezzerete di più il vostro lavoro; d’altronde, ci rendiamo conto del valore delle cose quando non le abbiamo più.

"Morì il tempo,
e il desiderio spento
d'una diversa vita.
Cedette lo sguardo
alle pallide Erinni
la potestà del senso,
rendendo fragile
l'ultimo raggio di luce."
(L'ultimo giorno d'estate)

Mario Iaquinta

(*) Image: Krystn Palmer Photography (Creative Commons License - CC BY-SA 2.0)

martedì 26 luglio 2011

MARS & VENUS

Adoro avere l’occasione di non tediarvi con i fatti miei e di parlarvi invece della cultura che si muove e che ogni tanto emerge nella nostra città. Oggi vi parlo di “Mars & Venus – non solo uno snack e un rasoio da donna”, il nuovo libro edito da Pellegrini e firmato Manuela Giardino.
Manuela è una giovane scrittrice cosentina, e dopo le fatiche di “100 volte t’amo” e “I cinici” si ripresenta con “Mars & Venus” (per gli ignoranti, significa Marte e Venere, con esplicito riferimento a Uomo e Donna…), un libro interessante che esplora in modo decisamente sui generis il rapporto di coppia, che viene raccontato attraverso una serie di aneddoti che dimostrano come uomini e donne siano fatti per andare d’amore e d’accordo ma senza rischiare la noia.


L’opera verrà presentata giovedì 28 luglio alle 19:00 presso il terrazzo della Casa Editrice Pellegrini in via F. Camposano (ex via De Rada) a Cosenza. Oltre all’autrice ci saranno Antonietta Cozza, Angelo Greco ed Emilio Sirianni. Ma non finisce qui, perché come si conviene ad un libro “particolare” anche la presentazione sarà “particolare”: ci sarà il piano bar a cura di Danilo e a seguire la cena presso il ristorante “La corte dei boschi” a Pianette di Rovito.
Per info vi rimando al gruppo di Facebook (qui) e al relativo evento (qui)

Mario Iaquinta

sabato 23 luglio 2011

La mancanza

Dicono sia da sciocchi sentire la mancanza di qualcosa che non si è mai avuto; dunque sarebbe altrettanto da sciocchi sentire la mancanza di una persona che non hai “avuto”. A dire il vero, le persone non si “hanno”, ma non trovo un altro modo per esprimere il concetto: avvertire, e pure pesantemente, la mancanza di una relazione che non c’è mai stata, di un sottile contatto con una persona desiderata.
Eppure c’è: la sensazione, questa specie di strana nostalgia, c’è e fa male. Perché? E che cosa fare? Non lo so, se lo sapessi non mi sentirei così:

“Mi manchi, ed è ridicolo
sentire ardente il vuoto
in questo cuore pallido
di un sentimento ignoto.
Mi sembra strano dirtelo
perché non ti ebbi mai
perciò non dovrei perdermi
in questi oscuri guai.”
(Mi manchi)
Mario Iaquinta

giovedì 14 luglio 2011

Gli Occhi

“Quando gli occhi dicono una cosa e la bocca un'altra, l'uomo avveduto si fida del linguaggio dei primi.”

– Ralph Waldo Emerson

Quello che avete letto in alto è uno dei tanti pensieri che gli uomini hanno dedicato agli occhi, custodi degli sguardi. Certo, l’occhio possiede un grande fascino che le parole, che certo con gli occhi c’entran poco, fanno fatica ad esprimere a dovere.

Le parole vanno pensate, articolate e poi prodotte, mentre gli occhi, che pur son muti, riescono a fare tutto questo in modo tanto naturale e spontaneo che ci risulta straordinario. Non so che cosa voglian dire gli occhi, né come facciano a dircelo, ma rimane il fatto che ci riescano, e noi ne subiamo il fascino. Gli occhi, dunque, sembrano essere ben più di meri organi costruiti per assolvere ad una funzione.


«Ma cosa vuoi che siano due occhi! Gli occhi sono occhi, ce li abbiamo tutti, non hanno niente di speciale!»

«No, non credo. Proprio perché ce li abbiamo tutti, essi diventano personali, intimi. Per questo i suoi occhi saranno per sempre i suoi occhi; per questo io non vorrò niente che non sia i suoi occhi»

giovedì 7 luglio 2011

Il 7/7 alle 7:07

« Sono libero il 7/7 alle 7:07! » (Bruce Nolan)

« E il 7/7 alle 7:07 sarà » (Dio)
– da “Una settimana da Dio”

Oggi è il mio compleanno. Auguri. Grazie.

Sì, scusate, non riesco a metterci grande entusiasmo, ma chi mi conosce sa che non sono il tipo. Anzi, ad essere del tutto sinceri il compleanno mi deprime anche un po’: è la manifestazione anagrafica del tempo che passa, la vittoria degli Eventi sull’uomo. Difatti non festeggio mai i compleanni.

C’è chi mi dice che dovrei farlo, perché devo festeggiare il fatto che sto qui su questa terra. Se volessi fare il pessimista incallito basterebbe dire che non c’è nulla da festeggiare, ma preferisco dire che la mia presenza qua sopra non è merito (o colpa, questione di punti di vista) da imputare a me.

Ma adesso basta fare il piagnone, e voglio ringraziare tutti quelli che, fosse anche solo per gentilezza, hanno voluto farmi gli auguri. Voglio ringraziare anche Zuckemberg per aver inventato Facebook, che permette a tutti di sapere e di ricordarsi del mio compleanno.

Comunque, per la cronaca (lo so che ve lo state chiedendo tutti) sono 23.

lunedì 4 luglio 2011

I MET ANDY... and you?

“Non è forse la vita una serie d'immagini, che cambiano solo nel modo di ripetersi?”
– Andy Warhol
Annalisa Macchione
Oggi non parlo dei fatti miei, ma di un progetto di alcuni miei amici molto interessante. Parlo di “I MET ANDY”, cortometraggio ispirato all’artista americano Andy Warhol. Dopo una lunga attesa, quest’opera sta per arrivare, ed abbiamo una data: ottobre 2011.
È la trasposizione filmica di una visione onirica della sceneggiatrice (nonché attrice principale) Annalisa Macchione; “trasposizione filmica di una visione onirica” è un modo altisonante per dire che se l’è sognato e poi c’ha fatto un film.
Hanno partecipato al progetto: Elias Mulkanto, Annalisa Macchione, Ovidio Morgos, Federica Imbrogno, Federica Caputo, Roberto Gentili, Francesco Orrico, Gaspare Guzzo Foliaro, Manuela Giardino, Adelmo Varca, Francesco D'Elia, Salvatore Lanzillotta, Claudia Marigliano, Amedeo De Seta, Lucy Impieri, Emilia Sapia e Noemi Mancini.
Voi direte: ma a te che te ne frega? Ora ve lo spiego: qui in Calabria, a Cosenza, è difficile realizzare arte, promuovere cultura; pertanto, quando un gruppo di ragazzi si mette insieme intorno ad un’idea e con le proprie forze decide di realizzare un progetto, si può essere d’accordo o no, ma bisogna sostenerli. E poi li conosco, so che non deluderanno. Inoltre, al DVD del cortometraggio sarà allegato un libro con le foto e gli aneddoti del backstage.





I MET ANDY... and you?
Per news ed aggiornamenti vi rimando alla pagina Facebook del corto, qui;
ed al blog "Rassegne Strambe".

sabato 2 luglio 2011

I segni del Destino

“Il carattere di un uomo è il suo destino” - Eraclito

Potrei cominciare dicendo che l’umanità si divide in due grandi categorie (categorie modificabili di volta in volta in base all’occorrenza); oggi la dividiamo in “quelli che credono nel Destino” e “quelli che non ci credono”.

Dove mi pongo io? Ultimamente mi viene un po’ difficile dirlo con certezza, ma tendenzialmente mi ritrovo nel secondo gruppo, “quelli che non ci credono”. In “Matrix”, Neo diceva che ‘non gli piaceva l’idea di non poter gestire la sua vita’, e un po’ lo penso anch’io: sono le nostre scelte, giuste o sbagliate che siano, che ci costruiscono e ci formano, e se affidiamo al Destino l’unica cosa che possiamo fare (scegliere), allora è inutile tirare a campare.

Delle volte però sembrano apparire segnali, suggerimenti sparsi nella nostra vita che dovrebbero spingerci a prendere una decisione piuttosto che un'altra: quello che la gente del primo gruppo, “quelli che credono nel Destino”, chiamano “segni del Destino”.

Ma forse ha ragione Eraclito, che il destino di un uomo è il suo carattere, che è alla base delle proprie scelte e dei propri comportamenti. Comunque sia, per quanto mi riguarda, più che i segni del Destino preferisco affidarmi all’Istinto, con la triste costatazione che spesso le due cose sembrano coincidere.

venerdì 1 luglio 2011

I poeti maledetti

“Non vedo il motivo di etichettare ogni cosa. Io sono io…” (Vicky Cristina Barcelona)

Sarà forse per l’aria da pasciuto cretino (un po’ alla Benedetto Croce) ma la gente che mi gira intorno pare tenda a vedere in me qualcosa di intellettuale. Io generalmente me lo spiego in due modi: gli occhiali, che si sa fanno sempre sembrare una persona più intelligente, e la smodata voglia di prendermi per i fondelli.

Sì, lo ammetto: i miei interessi possono portare a pensare questo. Il piacere per la lettura, per i miei studi e per la poesia può indurre a queste conclusioni. Ecco, la poesia merita un discorso a parte. I miei gusti mi portano a prediligere la poesia romantica, ottocentesca, in particolare italiana e francese; se a questo aggiungiamo la mia visione del mondo, che potremmo definire eufemisticamente “pessimista”, ecco che arriva subito la nomenclatura di “poeta maledetto”.

Ora, precisiamo una cosa: i poeti maledetti vivevano agli eccessi, galoppando verso l’autodistruzione, cosa che mi guardo bene dal fare. Detto questo, io non posso intervenire nella vostra visione del mondo e dunque anche nella vostra visione di me. Pertanto, se volete, continuate a considerarmi “poeta maledetto”, ma lasciate che almeno vi dia un pretesto:

“E' questo che dite voi "mondo"?

Illusi pensieri di sciocchi,

credete a costrutti e strutture

che vostre patetiche menti

si creano per darsi una gioia

che finta consoli la notte.

La cosa che rende reale

la nostra miserrima vita

quantunque voi ne crediate

è il dolore, l'arcano mistero

che a gli uomini è dato portare.

E quando il dolore svanisce

non siate contenti davvero:

soltanto è concesso il riposo

dall'umana pena ai defunti.”

(da “La nullità” – M. Iaquinta)


"Poeta" forse, ma visto l'andar delle cose, "maledetto" sicuro.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...