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"Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate"
(Dracula)
Pagine
sabato 30 luglio 2011
Considerazioni di cattivo gusto sulle vacanze
martedì 26 luglio 2011
MARS & VENUS
sabato 23 luglio 2011
La mancanza
giovedì 14 luglio 2011
Gli Occhi
“Quando gli occhi dicono una cosa e la bocca un'altra, l'uomo avveduto si fida del linguaggio dei primi.”
– Ralph Waldo Emerson
Quello che avete letto in alto è uno dei tanti pensieri che gli uomini hanno dedicato agli occhi, custodi degli sguardi. Certo, l’occhio possiede un grande fascino che le parole, che certo con gli occhi c’entran poco, fanno fatica ad esprimere a dovere.
Le parole vanno pensate, articolate e poi prodotte, mentre gli occhi, che pur son muti, riescono a fare tutto questo in modo tanto naturale e spontaneo che ci risulta straordinario. Non so che cosa voglian dire gli occhi, né come facciano a dircelo, ma rimane il fatto che ci riescano, e noi ne subiamo il fascino. Gli occhi, dunque, sembrano essere ben più di meri organi costruiti per assolvere ad una funzione.
«Ma cosa vuoi che siano due occhi! Gli occhi sono occhi, ce li abbiamo tutti, non hanno niente di speciale!»
«No, non credo. Proprio perché ce li abbiamo tutti, essi diventano personali, intimi. Per questo i suoi occhi saranno per sempre i suoi occhi; per questo io non vorrò niente che non sia i suoi occhi»
giovedì 7 luglio 2011
Il 7/7 alle 7:07
« Sono libero il 7/7 alle 7:07! » (Bruce Nolan)
« E il 7/7 alle 7:07 sarà » (Dio)
– da “Una settimana da Dio”
Oggi è il mio compleanno. Auguri. Grazie.
Sì, scusate, non riesco a metterci grande entusiasmo, ma chi mi conosce sa che non sono il tipo. Anzi, ad essere del tutto sinceri il compleanno mi deprime anche un po’: è la manifestazione anagrafica del tempo che passa, la vittoria degli Eventi sull’uomo. Difatti non festeggio mai i compleanni.
C’è chi mi dice che dovrei farlo, perché devo festeggiare il fatto che sto qui su questa terra. Se volessi fare il pessimista incallito basterebbe dire che non c’è nulla da festeggiare, ma preferisco dire che la mia presenza qua sopra non è merito (o colpa, questione di punti di vista) da imputare a me.
Ma adesso basta fare il piagnone, e voglio ringraziare tutti quelli che, fosse anche solo per gentilezza, hanno voluto farmi gli auguri. Voglio ringraziare anche Zuckemberg per aver inventato Facebook, che permette a tutti di sapere e di ricordarsi del mio compleanno.
Comunque, per la cronaca (lo so che ve lo state chiedendo tutti) sono 23.
lunedì 4 luglio 2011
I MET ANDY... and you?
Annalisa Macchione |
I MET ANDY... and you?
sabato 2 luglio 2011
I segni del Destino
“Il carattere di un uomo è il suo destino” - Eraclito
Potrei cominciare dicendo che l’umanità si divide in due grandi categorie (categorie modificabili di volta in volta in base all’occorrenza); oggi la dividiamo in “quelli che credono nel Destino” e “quelli che non ci credono”.
Dove mi pongo io? Ultimamente mi viene un po’ difficile dirlo con certezza, ma tendenzialmente mi ritrovo nel secondo gruppo, “quelli che non ci credono”. In “Matrix”, Neo diceva che ‘non gli piaceva l’idea di non poter gestire la sua vita’, e un po’ lo penso anch’io: sono le nostre scelte, giuste o sbagliate che siano, che ci costruiscono e ci formano, e se affidiamo al Destino l’unica cosa che possiamo fare (scegliere), allora è inutile tirare a campare.
Delle volte però sembrano apparire segnali, suggerimenti sparsi nella nostra vita che dovrebbero spingerci a prendere una decisione piuttosto che un'altra: quello che la gente del primo gruppo, “quelli che credono nel Destino”, chiamano “segni del Destino”.
Ma forse ha ragione Eraclito, che il destino di un uomo è il suo carattere, che è alla base delle proprie scelte e dei propri comportamenti. Comunque sia, per quanto mi riguarda, più che i segni del Destino preferisco affidarmi all’Istinto, con la triste costatazione che spesso le due cose sembrano coincidere.venerdì 1 luglio 2011
I poeti maledetti
“Non vedo il motivo di etichettare ogni cosa. Io sono io…” (Vicky Cristina Barcelona)
Sarà forse per l’aria da pasciuto cretino (un po’ alla Benedetto Croce) ma la gente che mi gira intorno pare tenda a vedere in me qualcosa di intellettuale. Io generalmente me lo spiego in due modi: gli occhiali, che si sa fanno sempre sembrare una persona più intelligente, e la smodata voglia di prendermi per i fondelli.
Sì, lo ammetto: i miei interessi possono portare a pensare questo. Il piacere per la lettura, per i miei studi e per la poesia può indurre a queste conclusioni. Ecco, la poesia merita un discorso a parte. I miei gusti mi portano a prediligere la poesia romantica, ottocentesca, in particolare italiana e francese; se a questo aggiungiamo la mia visione del mondo, che potremmo definire eufemisticamente “pessimista”, ecco che arriva subito la nomenclatura di “poeta maledetto”.
Ora, precisiamo una cosa: i poeti maledetti vivevano agli eccessi, galoppando verso l’autodistruzione, cosa che mi guardo bene dal fare. Detto questo, io non posso intervenire nella vostra visione del mondo e dunque anche nella vostra visione di me. Pertanto, se volete, continuate a considerarmi “poeta maledetto”, ma lasciate che almeno vi dia un pretesto:
“E' questo che dite voi "mondo"?
Illusi pensieri di sciocchi,
credete a costrutti e strutture
che vostre patetiche menti
si creano per darsi una gioia
che finta consoli la notte.
La cosa che rende reale
la nostra miserrima vita
quantunque voi ne crediate
è il dolore, l'arcano mistero
che a gli uomini è dato portare.
E quando il dolore svanisce
non siate contenti davvero:
soltanto è concesso il riposo
dall'umana pena ai defunti.”
(da “La nullità” – M. Iaquinta)
"Poeta" forse, ma visto l'andar delle cose, "maledetto" sicuro.