"Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate"
(Dracula)

lunedì 28 novembre 2011

"Al mondo, tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine"


Il titolo è preso in prestito da Matrix: sono parole dell’Oracolo; certo, non è difficile fare l’Oracolo se devi dire cose così ovvie. Tuttavia, come dico sempre, le ovvietà sono le più grandi verità: dunque al mondo, tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine.

Vale per tutto, per ogni cosa, anche se non ce ne accorgiamo. Stamattina, mi sono reso conto che un’altra esperienza, una fra le più belle e soddisfacenti della mia vita, sta volgendo al termine. Sarò anche ripetitivo e rompiballe, ma si tratta del mio rapporto con L’Unical e la tesi di laurea. Stamattina ho consegnato le ultime copie della tesi.

Si tratta dell’ultimo atto da studente Unical (prima della seduta), e allora, da bravo romantico sentimentale quale sono, mi son fatto un giretto per i locali che sono diventati simbolo di questi tre anni e mezzo. Certo, a chi non frequenta o conosce quei luoghi le prossime parole non diranno niente, ma una passeggiata per il Ponte, su e giù nel cubo 18C, sedersi fra i banchi dell’aula N, scrivere “Procuste” sulla lavagna della F2, poggiare l’orecchio alla porta degli studi di un paio di prof, prendere un caffè alla macchinetta del 4° piano sono stati gesti belli e significativi.
Si tratta di gesti che hanno scandito l’ultimo periodo della mia vita, e perciò rifarli con la consapevolezza che si tratta dell’ultima volta è stato un piacere strano ma denso.

Certo, continuerò, per altri impegni, a frequentare quei posti. Rivedrò ancora l’aula N, la F2 e la macchinetta, ma la prossima volta che toccherò un banco, scriverò col gesso su una lavagna o berrò il caffè da 40 cent tutto ciò avrà un sapore diverso, perché io sarò diverso. Sarò lì in una veste nuova, quasi un corpo estraneo. Infatti stamattina quei locali erano pieni di gente che non conosco, che hanno “rubato” i miei luoghi e le mie abitudini.
Così, quando ho aperto la porta per uscire dal famigerato cubo 18C, c’era già quel sapore nuovo, conscio che al mondo, tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine. Speriamo solo che le cose belle abbiamo una fine altrettanto bella.

Mario Iaquinta

sabato 12 novembre 2011

Amici fragili

Sono stanco. Una volta una persona mi ha "dedicato" (forse, non ne sono neanche sicuro) "Amico fragile" di Fabrizio De André, motivando la scelta col fatto che è una canzone 'sui rapporti umani, difficili ma necessari'. Oggi riscopro che quella persona aveva ragione fin sopra i capelli (fortunatamente non è poi così alta...): i rapporti umani sono un tale casino!
Come si fa? Non c'è una guida, un metodo già scritto e preconfezionato, l'unica maniera sembra, fino a prova contraria, quella per prove ed errori. Ma se accetti un tale criterio devi accettare anche il fatto che alcune relazioni debbano interrompersi (per via degli errori, ovvio) e che quindi non te la devi prendere, perché è nell’ordine naturale delle cose.
Forse, non lo so.
Ma se è normale perché c’è tanta cattiveria? Gratuita, a piene mani, come se la maldicenza fosse un passatempo. E allora arrivi ad un punto in cui dici basta, vuoi mollare tutto e provare davvero ad ‘evapoara in una nuvola rossa, in una delle molte feritoie della notte’. Soprattutto per quelle persone con un “bisogno d’attenzione e d'amore troppo ‘se mi vuoi bene piangi’ per essere corrisposto”.
Ma ne è valsa davvero la pena “divertirvi le serate estive”? No, non credo, almeno a giudicare dai risultati. Poi – chi lo sa? – magari qualcuno mi conosce e a certe cose non ci crede, altri forse ci crederanno proprio perché mi conoscono.
E quindi? Dovrei chiedere scusa? Ok, chiedo scusa.
Dovrei ritirarmi? Ok, mi ritiro.
No, sto dicendo una marea di stronzate... Se qualcuno leggerà in queste righe una mia resa e vorrà cantare vittoria, lo faccia pure, ma ricordi Moby Dick: Acab sprofonda e muore insieme alla balena, perché senza di essa non vale più la pena vivere. Se io perdo, sei sicuro che tu vinci?
Ok, ho detto abbastanza fesserie per questa volta. Alla prossima (spero).

Mario Iaquinta
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...