"Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate"
(Dracula)

sabato 3 marzo 2012

Troppo cerebrale

"Il cuore ha le sue ragioni
che la ragione non conosce"
- Blaise Pascal

“Troppo cerebrale”: così cominciava una canzone di Samuele Bersani, la famosissima “Giudizi universali”. Quell’incipit nasceva dal fatto che Bersani aveva praticamente tutta la canzone in testa, ma non sapeva come iniziarla, ci pensava troppo… sì, troppo cerebrale.



Giudizi universali - Samuele Bersani


In quella canzone Bersani si lamentava di quante beghe si fa la mente in un rapporto facendo tacere il cuore, di quanto pensieri e preoccupazioni possano rovinare tutto, rompere l’incantesimo ed il sogno: “togli la ragione e lasciami sognare, lasciami sognare in pace!”.
Ora, lo so che sembrerà ridicolo, ma io sono così: “troppo cerebrale per capire che si può star bene senza calpestare il cuore”. O forse, siamo tutti un po’ così: ‘possiamo ma non vogliamo fidarci’, perché, come dice l’agente Smith in Matrix, l’essere umano riconosce come propria un’esistenza che contempli una certa sofferenza, e allora quando potremmo lasciarci andare e provare a volare rimaniamo sul ciglio a chiederci miliardi di volte se ne saremmo mai capaci, col risultato di rimanere dei tristi gargoyle che fissano immutati un cielo che si muove incurante sotto di loro.
E allora basta un niente e scoppia tutto, il “cerebrale” d’un tratto se ne va, ‘tira la maniglia della porta e va fuori’, portando con sé tutto ciò che avremmo voluto rimanesse. E così si ricomincia ad essere “troppo cerebrale”.


Mario Iaquinta

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