"Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate"
(Dracula)

mercoledì 26 ottobre 2011

"Le strade del paesaggio" - V edizione


Come buona parte dei miei lettori sa, io sono uno studente in Comunicazione e DAMS, perciò tutto ciò che concerne la comunicazione e l’arte attira le mie attenzioni (è una specie di “deformazione professionale”).
Ed oggi voglio portare alla vostra attenzione un’iniziativa dell’ambito meritevole di essere conosciuta: “Le strade del paesaggio”.
È un festival promosso dalla Provincia di Cosenza che coniugando arti visive, musica, convegni e laboratori formativi elabora un percorso che punta decisamente alla cultura come motore dello sviluppo locale. Tema portante, dopo quelli delle figure di Alarico e Alessandro il Molosso, Annibale e la vita del condottiero africano.
Il programma, che mette in primo piano la “nona arte” (per gli ignoranti che non lo sapessero si tratta del fumetto…), quest’anno è più ricco che mai:
• Il 4 Novembre alle ore 17.30 ci sarà l’inaugurazione delle mostre presso il Museo delle Arti e dei mestieri di Cosenza. Una sarà dedicata all’indimenticato Andrea Pazienza, con ASTARTE E ZANARDI. ANDREA PAZIENZA AT THE WAR a cura di Marina Comandini Pazienza; le altre saranno specificamente incentrate su Annibale: ANNIBALE SEGNI E DISEGNI DI UN MITO, a cura di Tempesta Editore con testi liberamente tratti dai racconti di Paolo Rumiz e ANNIBALE DEGLI ELEFANTI, con opere di Aldo Barrese, Alessia Battaglia, Chiara Bongiovanni, Federica Castagnoli, Giuseppe Caputo, Giuseppe Filippelli, Ilaria Guarducci, Isabella Conti, Jole Savino, Marisa Vestita, Orazio Sparano, Oreste Tropea, Rosalia Santini. (Apertura da martedì a domenica - orari 10- 13/15-19)
• Sempre il 4 novembre, alle 19.00, ci sarà la performance “Sulle tracce di Annibale”, con Roberta Maddalena aka BIRO’ che disegnerà “live” sulle musiche di SUZe ALESSIO “MANNA” ARGENTERI.
• Il 19 novembre sarà inaugurata la mostra “Nostalgia Canaglia”, a cura di Luca Scornaienchi & David Vecchiato.

Ma non finisce qui! Perché nell’ambito del programma ci saranno anche due importantissimi laboratori. Uno di sceneggiatura con Sergio Nazzaro nei giorni 11-12-13 novembre e uno di disegno con Max Frezzato dal 24 al 27 novembre (per partecipare ai laboratori consultate il bando sul sito della Provincia di Cosenza).
E infine, il 27 novembre alle 15:00 un seminario sull’animazione 3D a cura di OGM Animation Studios.

E allora, più di questo?

Maggiori informazioni su www.lestradedelpaesaggio.com
e www.provincia.cs.it

Mario Iaquinta

sabato 22 ottobre 2011

I will meet Andy

Ebbene sì, il tempo è giunto: è arrivato il momento di incontrare Andy Warhol. Finalmente “I met Andy”, lo short movie (significa “cortometraggio”, ma in inglese è molto più figo…) di e con Annalisa Macchione per la regia di Elias Mulkanto, si mostra al pubblico.
Percorso lungo e difficile, ma la passione dei protagonisti del progetto è stata più forte di ogni ostacolo ed ha partorito qualcosa che qui a Cosenza non si vede spesso: un’opera artistica e culturale creata da giovani ragazzi pieni di voglia di fare. Oltre al regista Elias Mulkanto e alla sceneggiatrice/attrice principale Annalisa Macchione hanno partecipato anche Ovidio Morgos, Federica Imbrogno, Federica Caputo, Roberto Gentili, Francesco Orrico, Gaspare Guzzo Foliaro, Manuela Giardino, Adelmo Varca, Francesco D'Elia, Salvatore Lanzillotta, Claudia Marigliano, Amedeo De Seta, Lucy Impieri, Emilia Sapia e Noemi Mancini.



La presentazione dello short movie, seguita dalla prima proiezione e corredata da una mostra a tema, si terrà sabato 29 ottobre alle ore 18:00, presso il Caffè letterario di Cosenza. La serata sarà condotta da Emilio Sirianni e sarà presente lo staff di “I met Andy”, che vi offrirà pure un aperitivo. E allora che fate, non venite?

Mario Iaquinta

sabato 8 ottobre 2011

Epi to poly

Non è passato molto tempo da quanto un certo prof mi spiegava che la retorica è importante, ma con essa non si può far tutto perché è una “techne”, riguardante oggetti “epi to poly”, ovvero “per lo più”. Eh già, perché può capitare anche al retore più in gamba della storia (Aristotele stesso, Gesù o chi volete voi) di non riuscire ad essere “axiopistos”, degno di essere creduto, dunque di non convincere il suo interlocutore.

E c’è un caso in cui è matematico, 100%, che non ci si riuscirà: con gli ottusi, gente talmente affezionata ai propri vili schemi mentali da non volerci rinunciare mai, gente che confonde chi non vuole parlare con chi non ha nulla da dire. Il lato divertente della vicenda (sì, sarebbe divertente se non fosse da stupidi…) è che cotali persone hanno il gusto per i cavilli e la polemica che hanno portato all’Ars Retorica la cattiva fama di cui purtroppo oggi gode fra il grande pubblico.

Bisognerebbe dire a cotali persone che, se è vero che scopo della Retorica non è la verità assoluta “aletheia", è altrettanto vero che il suo scopo è comunque la verità, quella possibile e verosimile “eikòs”. Già, perché “per natura la verità e la giustizia sono più forti del loro contrario”.

Ma forse l’errore è del retore, perché come diceva Arthur Bloch: “Non discutere mai con un idiota: la gente potrebbe non notare la differenza”. E se così fosse, sarebbe un vero peccato.


Mario Iaquinta

P.S. Mi scuso per le infarciture di termini greci, ma una cultura ce l’ho anch’io (perché mi è stata trasmessa, come una malattia), ed ogni tanto è giusto che venga fuori.

lunedì 3 ottobre 2011

Eh già...

“Eh… uoeehhh”

“Eh già…”

“Eeehhhh!”

(Vasco Rossi in preda al lirismo poetico)

Non è da me fare crociate né prendere posizione così esplicitamente, ma questa volta mi sento di farlo. No, non sono un paladino della libertà di espressione né voglio gridare allo scandalo, ma solo dire che non ho alcuna stima per Vasco Rossi.

Certo, è tipico del personaggio il comportarsi sopra le righe: ha dei trascorsi che tutti conosciamo, posta video su Facebook per fare gesti col dito medio, critica i suoi colleghi (ultimamente se la prende con Ligabue: mi vengono in mente i capponi di Renzo…). Ma adesso ha fatto qualcosa che non doveva fare, un gesto che gli si sta ritorcendo contro in un grave danno d’immagine: ha querelato Nonciclopedia, la versione ironica e satirica di Wikipedia, ritenendo offesinvo quanto scritto sul suo conto.

Gli admin di Nonciclopedia allora hanno risposto con uno “sciopero”, oscurando il proprio sito per portare all’attenzione questo genere di comportamento da parte di chi, come Vasco, si prende troppo sul serio.

La rete e subito intervenuta sulla vicenda, e per Vasco è stato un duro colpo: su Facebook è un continuo prendere il giro il cantante, ironizzando sul suo evidentemente scarsissimo senso dell’umorismo.

Personalmente, sono anni che mi trovo davanti bimbominkia in venerazione per questo cantante, che personalmente definisco “il più grande equivoco della storia della canzone”. C’è chi lo chiama rocker, cosa su cui non sono d’accordo, ma le mie competenze musicali sono quelle che sono, per cui non mi addentro nel discorso. Diverso è quando lo sento chiamare “poeta”: poiché la mia tesi di laurea è sul cantautorato italiano, so qual cosina a proposito, e quando vedo espressioni come “VASCO ROSSI...L'unico poeta che avrei voluto studiare<3” il sangue mi si gela nelle vene.

Primo: per motivi semplicemente tecnici le canzoni non sono poesie, ma appunto canzoni (altrimenti si chiamerebbero “poesie” e non “canzoni”),e se la cosa vale per gente come Guccini e De André, figuriamoci per un monovocalico come Vasco Rossi; secondo, vederlo messo assieme a Dante, Leopardi e Carducci mi fa andare di stomaco, ed è offensivo per quei poveri poeti che in quanto defunti non possono esprimere il loro schifo, ma possono solo rivoltarsi nella tomba.

Oggi, il colpo d’artista: complimenti Vasco Rossi: già prima non mi stavi simpatico, adesso…

Mario Iaquinta

domenica 2 ottobre 2011

La saga del cavaliere sconfitto - Parte III

“Signore, Dio degli eserciti,

che colpa mi vuoi fare

se non ho mai preso un'arma

per farmi amare?

(Marianna Bucchich)

Il vento sferzava in una scena che sembrava rubata al Don Chisciotte: un uomo anziano, bardato di un armatura che sembrava fagocitarlo piuttosto che coprirlo, che cavalca un cavallo che si trascina; di fianco a lui, su una cavalcatura più minuta, un giovane quasi imberbe e privo di ogni arma e protezione.

Con una sola fondamentale differenza: il pazzo, quello che crede in cose in cui nessuno crede più, quello che vede le cose che nessuno ha mai visto, è il ragazzo. Il ragazzo non ancora cavaliere, che fa proprio ogni insegnamento del cavaliere non più ragazzo. E come ogni buon mentore, il vecchio non si esime dal compito, e proferisce al giovane parole necessarie per chi ancora riesce, in un mondo come questo dove i cavalieri cadono come i petali dei fiori appassiti al sole, a sperare e credere in qualcosa.

«Il segreto di ogni cavaliere è la sua arma. Non dovrai mai separarti dalla tua spada, poiché essa è la tua prima difesa e la tua ultima possibilità. Un cavaliere senza spada non è un cavaliere: senza di lei con può servire il Bene, non può difendere i deboli, non può combattere il Male, non può offendere i malvagi. La sua lama sarà il normale prolungamento della tua anima: se il tuo cuore è puro, la tua spada sarà giusta e servirà il Bene.

«Ecco perché ogni cavaliere dà alla propria spada un nome, perché non è un semplice oggetto. Essa ha il rango e la dignità di una nobildonna, il potere di una maga, l’amore di una donna. Fra la spada e il cavaliere nasce un rapporto amoroso, e quando la troverai te ne innamorerai, capirai che sarà lei la compagna della tua vita. Non potrai più vivere senza: vivrete e morirete insieme.»

(continua)

Mario Iaquinta

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