"Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate"
(Dracula)

giovedì 30 giugno 2011

Il poeta senza parole

C’era un poeta, contento del suo mestiere: egli vedeva il mondo coi suoi occhi lucidi, e tutto sembrava risplendere della luce più semplice e pura. Si divertiva a cantare la bellezza, a dedicare dei versi alle sublimi creazioni della terra. Tutto appariva magico, ed egli disponeva le sue parole cercando il modo di far riemergere queste sensazioni, queste emozioni. Il dono di un poeta è proprio questo: riuscire ad esprimere con le parole ciò che per altri diventa difficile, se non impossibile, da dire. E lui aveva questo dono, e gli piaceva; vagava sulla terra convinto che questo fosse il suo scopo, portandosi dietro una borsa di parole che sembrava inesauribile. Quelli erano i bei giorni del poeta. Finché …

Un giorno il poeta vide qualcosa di bellissimo, stupefacente, meraviglioso, ed era lei. Lei era semplicemente troppo bella: troppo bella per un solo sguardo, troppo bella per questo mondo infame, troppo bella affinché esistessero parole capaci di descriverne la bellezza. Per la prima volta nella sua vita il poeta rimase senza parole.

Gran brutto guaio: le parole erano la sua unica ricchezza, l’unica sua forza. Provò ad avvicinarsi a lei ed aprì la bocca, ma fu inutile: le labbra si muovevano, il fiato colorava l’aria ma non uscivano suoni, non uscivano le sue amate parole. Il dolore fu atroce: finalmente aveva trovato la cosa più bella ma le parole non gli obbedivano più, e dentro il fuoco avvampava senza trovare sfogo. E lei, che vedeva un uomo sconosciuto prostrarsi a terra senza dire niente non poteva comprenderlo, così voltò le spalle e se ne andò via, per sempre.

Senza di lei non aveva senso la poesia: il poeta si spogliò di quelle inutili e ridicole parole e rinunciò al suo dono, che benché divertente s’era dimostrato inutile e insufficiente. Aveva fallito nell’unica cosa per la quale valesse davvero la pena.

Perché Mitomane?

Mitomania: “Tendenza talvolta morbosa a raccontare fatti puramente fantastici facendoli passare, più o meno coscientemente, per veri, spec. al fine di attirare su di sé l'attenzione o la stima degli altri” (Dizionario Hoepli.it)

Forse vi starete chiedendo perché ho deciso di intitolare questo blog “Il Mitomane”. Di sicuro non è un appellativo onorevole, ma nel corso degli anni questo è diventato quasi il mio secondo nome, e non riuscirei ad immaginarmi senza.

In breve, io conduco (insieme a validi collaboratori) un programma alla radio della mia università; questo programma si occupa di mitologia in chiave ironica e divertente, pertanto nessun titolo sarebbe stato più azzeccato de “Il Mitomane”. Ormai sono tre anni che faccio questo “mestiere”, e poiché il programma è nato da una mia idea originale, "Il Mitomane" è diventato nell’ambiente ilmio soprannome.

E poi, c’è dell’altro: rileggete la definizione in alto. “Raccontare fatti puramente fantastici facendoli passare, più o meno coscientemente, per veri”. Non è forse questo il lavoro di chi scrive? Non deve lo scrittore rendere reali mondi che sono immaginari? È per questa visione romantica che mi piace essere chiamato Mitomane.

E poi, così posso dire tutto quello che voglio, anche le cose più abbiette, tanto nessuno mi crederà mai. Perciò, leggetemi come un passatempo.

mercoledì 29 giugno 2011

BENVENUTI

Voi inglesi avete un detto che mi è assai caro, poiché risponde allo stesso spirito che governa i nostri boyar: "Sia benvenuto all'arrivo chi si affretterà a partire"

- Dracula

Cari visitatori di questo blog, è un piacere darvi il benvenuto in questo spazio; a dispetto della citazione iniziale, rimanete quanto tempo volete: non siamo né in Transilvania né in Inghilterra.

Dopo queste righe di buona educazione vi aspetterete di leggere la motivazione che mi ha spinto a creare un blog che probabilmente mai nessuno leggerà. Ecco, vi accontento: io adoro scrivere, in ogni sua forma; mi piace l’idea che si possano fabbricare parole e con esse costruire un mondo che rispecchi esattamente le mie volontà. Già, perché in una vita così grama, almeno nella scrittura posso fare in modo che tutto vada esattamente come voglio io.

Ma voglio dirla tutta: l’idea è di un mio amico, Franco, che conoscendo questa mia viscerale passione mi ha scritto: «Mario, pensavo... potresti aprirti un blog... dove scrivi i tuoi pensieri... pubblichi note, poesie... penso che sia un buon modo per farsi conoscere! Pensaci.»

Ora, per come la vedo io, a me basta scrivere: che leggiate o meno fa poca differenza; ma se volete che l’idea di Franco vada in porto, allora forse è meglio che qualcosa da qui la leggiate.

Voglio in chiusura riscrivere le parole di Dracula, dicendovi che è 'benvenuto chi preferirà rimanere almeno un po' '. Prego.

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