"Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate"
(Dracula)

domenica 12 febbraio 2012

"La paura del distacco conduce al lato oscuro"?

"La paura del distacco conduce al lato oscuro, […]
l'attaccamento conduce alla gelosia,
l'ombra della bramosia essa è.
Esercitati a distaccarti
da tutto ciò che temi di perdere"
(Yoda in “Star Wars Episodio III – La vendetta dei Sith”)


Da bravo nerd comincio con una citazione, tratta addirittura dal non plus ultra del genere, Star Wars. Perché ho notato un piccolo cambiamento: vista la mia esperienza personale, avevo imparato a non sentire la mancanza delle persone, sostituendola con la nostalgia dei luoghi, cosa molto meno personale e dolorosa. Ma da un po’ di tempo mi accorgo che non è più così.
Sento che se perdessi il legame con alcune persone ne soffrirei da morire; ma la cosa peggiore è il mio pessimismo/realismo, che mi ha insegnato che niente dura per sempre, dunque so già da adesso che questi legami verranno a mancare, prima o poi.
È una cosa più o meno naturale, lo so, ma personalmente mi fa paura: perché significa che la mia felicità è nelle mani di queste persone, che io dipendo da loro, che il mio cuore non è più mio. Questo significa che quando loro se ne andranno dalla mia vita porteranno con sé un pezzo del mio cuore, mi lacereranno aprendomi una ferita dolorosissima che mi spaventa al solo pensiero. Ero riuscito a liberarmi da questa condizione, o almeno di questo mi ero illuso.
E allora che fare? Esiste davvero, come dice Yoda, un modo per ‘esercitarsi a distaccarsi da ciò che temiamo di perdere’? Ma poi, ne vale davvero la pena?
Non ne ho idea, ma una cosa la so: se temo di perdere queste (poche) persone, allora vuol dire che a loro voglio davvero bene.


Mario Iaquinta

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