"Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate"
(Dracula)

sabato 20 agosto 2011

La saga del cavaliere sconfitto - Parte II

“Non so se la speranza

Va con l'inganno unita:

so che mantien in vita

qualche infelice almen”

(Pietro Metastasio)

Il ragazzo non era più un ragazzo, ma non era ancora un cavaliere. Per diventarlo doveva prima diventare uno scudiero, lo sguattero di qualche ampolloso cavaliere vanitoso, più attento al proprio pennacchio che al proprio onore. Eppure, la prospettiva di raggiungere il suo sogno gli avrebbe permesso di ingoiare qualunque ingiustizia e di sottostare ad ogni subordinazione.

Ma c’erano altri ragazzi più giovani di lui, e i cavalieri scelsero quelli; lui non era più giovanissimo e nessun cavaliere avrebbe preso con sé un servo che poteva accompagnarli per un tempo più breve del dovuto. E così il ragazzo rimase da solo nelle stalle a piangere fra l’umido fieno; il ragazzo non era più ragazzo, il cavaliere non era ancora cavaliere, ma non era nemmeno un semplice scudiero.

Così, decise di sfogarsi tirando di scherma; trovò poggiata al muro una spada meravigliosa, e una volta assicuratosi che nessuno la venisse a reclamare cominciò a lottare contro i suoi nemici immaginari: il ragazzo mostrò una certa inesperienza nel maneggiare la spada, è vero, ma i suoi fendenti erano precisi e rapidi, di elevata eleganza. Quando si fu stancato ripose l’arma dove l’aveva trovata, e notò che un’ombra imponente lo copriva. Si voltò e vide un cavaliere completamente bardato nella sua armatura scintillante. La visiera si alzò e si videro due lucenti occhi celesti, molto curiosi e soddisfatti. Poco dopo anche l’elmo fu rimosso ed apparve un volto magro, dai lineamenti decisi e fieri, con i capelli leggermente imbiancati.

L'anziano cavaliere era tornato indietro perché aveva dimenticato la sua spada, poiché nessuno scudiero lo accompagnava; intuendo le possibilità del ragazzo gli propose di accompagnarlo, e i suoi risposero prima ancora delle parole, ed il vecchio cavaliere divenne il suo Mentore.

(continua)

Mario Iaquinta

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