"Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate"
(Dracula)

giovedì 12 gennaio 2012

I libri e le donne


Alcuni giorni fa scrissi su Facebook questa frase:

“Una donna, per quanto bella sia, non vale un buon libro”.

Ne seguì una discussione “digitale” in cui (paradossalmente) i maschi sostenevano che avessi detto una castroneria galattica, mentre le donne mi davano grossomodo ragione (specificando che però il discorso vale anche al contrario, cioè che una donna può preferire un buon libro ad un bell’uomo; e per la cronaca, sono d’accordo).
Ora, prima che la gente mi appelli “sessista” o “misogino” preferisco fare qualche specificazione, e magari offrire qualche spunto di riflessione a qualche sciagurato che dovesse imbattersi suo malgrado in queste righe.


Il mio amore per i libri è viscerale: mi piace vederli tutti allineati nella mia libreria, mi piace accarezzarne il dorso, sfiorarne la copertina e toccare le pagine, annusarli quando sono nuovi ed hanno un odore caratteristico che non sono in grado di descrivere. Ora penserete che sono un pazzo, e forse avete ragione: però, potete stare tranquilli, non li lecco…
Ma soprattutto, mi piace leggerli. Chi ama leggere ama i libri, non c’è via di scampo. Anche perché il rapporto con un libro è semplice, diretto e profondo: se un libro è capace di emozionare lo si amerà nel vero senso della parola: si proverà affetto per quel mucchietto di pagine e ci sarà addirittura un certo dispiacere quando avremo finito di leggerlo.


Ma qui si potrebbe obiettare: “Sì, noi amiamo i libri ma mica loro ci possono amare. È un amore non corrisposto”. Sbagliato! Se c’è una cosa di cui non si può dubitare è l’amore dei libri verso di noi! Essi sono nati per noi, vivono per noi, e il loro unico scopo è quello di arricchirci e farci star bene: parafrasando Barthes, il loro unico scopo (perché per questo sono nati) è farci “godere”. Loro faranno tutto quello che possono per noi, e se non saranno all’altezza non si lamenteranno mai di essere accantonati perché insoddisfacenti. Con un libro ci si ama a vicenda, senza ipocrisie e falsi moralismi, spogli di rancori e capricci. E se non è vero amore questo…


Certo, non sono così cretino da non capire che una è un libro sono, quanto meno, su piani diversi. Ma ultimamente mi hanno dato molta più soddisfazione “Dracula” e “Notre Dame de Paris” che i tentativi (che come oramai sarà chiaro anche al lettore più idiota, non sono stati per niente felici) con le ragazze. Ora perdonatemi, ma voglio fare un po’ l’amore con “Il conte di Montecristo”.



Mario Iaquinta

1 commento:

  1. Articolo che denota una passione insana per la lettura, decisamente superiore alla mia: leggere apre la mente, e non credo che sia il caso di approfondire questa cosa.

    Il fatto è che queste discussioni sono viziate inevitabilmente dalle proprie esperienze, per cui i bellimbusti vari ti daranno torto, le donne single che cercano il principe azzurro ti daranno ragione.

    è una specie di gioco - o giuoco - delle parti: insomma, se l'attrazione è monodirezionale (cosa che avviene 2 volte su 3, a mio umilissimo parere), per me l'ideale è tuffarmi su Lovecraft e farci le nottate... invece quando due persone sono attratte reciprocamente ed in mono nature, non c'è Eco che tenga. e succede anche questo, fidati!

    headwolf

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