"Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate"
(Dracula)

martedì 24 gennaio 2012

L'esercito delle forchette

Correva l’anno 1789, e in Francia scoppiava qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la storia del mondo, la cosiddetta “Rivoluzione Francese”. Ovviamente in Italia qualcosa del genere non è mai accaduto, e gente come Mario Monicelli ne sentiva la mancanza.

In questi giorni c’è gente che parla di “rivolta” e “rivoluzione”: i “Forconi” che come garibaldini armati di automezzi risalgono la penisola bloccando le arterie stradali ed il conseguente trasporto. Chi si è lasciato “trasportare” da questi entusiasmi dice che finalmente il Sud s’è svegliato, che gli italiani non ci stanno più, ecc ecc.


In realtà, non è vero niente: nessuno s’è svegliato, nessuno si ribella davvero. Questa protesta non è romantica, come qualcuno crede o forse spera: è materiale e materialista più di ogni altra cosa. Tutto nasce per il prezzo della benzina, nessun ideale e nessuna idea, solo portafoglio e gasolio.

Con tutto quello che è successo in Italia in questi anni alla fine si protesta per la benzina: non importa che i nostri rappresentanti sono nominati per noi e non eletti da noi, non importa che alla Cultura è stata data un’altra decisiva mazzata: l’importante è che la benzina non superi i due euro.



Rivoluzione - Frankie Hi-NRG


Ma diciamo che ci potrebbe anche stare: in fin dei conti anche la gloriosa Rivoluzione Francese è nata così, per il prezzo del pane. Con una differenza: i francesi non hanno bloccato le strade di Parigi, ma sono andati a protestare a Versailles, sotto il naso del re; e poi se la sono presa con i palazzi del potere, attaccando la Bastiglia.

Perché protestare così non serve a molto, forse a niente: paralizzare in tempo di crisi una parte del paese, per giunta la parte che atavicamente soffre di più, colpisce maggiormente la povera gente piuttosto che il famigerato “potere” che sembra nato per andarci sempre contro: senza generi alimentari, senza benzina siamo costretti a fermarci, e così si ferma tutto. Si fermano attività e produzioni, e la cosa peggiora anziché migliorare. E i forconi diventano forchette.


Ancora una volta è il caso di citare Fabrizio De André, in una canzone di dieci anni fa, ma mai così attuale, “La Domenica delle Salme”, che chiude così:


“mentre il cuore d’Italia,
da Palermo ad Aosta,
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta”
:
e poi si ode il frinire dei grilli.

Ecco, questo è il “coro di vibrante protesta”

Mario Iaquinta

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...