"Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate"
(Dracula)

venerdì 3 febbraio 2012

In fondo, gli amori non finiscono mai

Forse non sono più quello di una volta, o forse semplicemente non sono mai stato “quello di una volta”. Nel saliscendi di umori che in questi giorni mi tormenta (e gli sparuti lettori a questo punto diranno: “A noi che ce ne importa?”), c’è qualcosa che – ahimè – rimane fisso: un retrogusto amaro, sapore di qualcosa di incompiuto. Perché non tutte le cose arrivano alla loro naturale conclusione, ma spesso dobbiamo troncarle così come sono, perché non dipende solo da noi.
E quando non riusciamo a scrivere la parola fine, ci tocca comunque girare pagina. Con una eccezione, e non da poco. I legami: perché non puoi buttare via un filo che non riesci a vedere, non puoi chiudere qualcosa che non ti appartiene. E dunque, in fondo, gli amori non muoiono mai. Qualcosa resta sempre: una traccia, una cicatrice, una scia; come un tatuaggio sbiadito, il segno rimane. Soprattutto, rimane il ricordo, che col tempo, inesorabilmente, diventa un bel ricordo.



La canzone dei vecchi amanti - Franco Battiato

E quindi, sempre più spesso, siamo noi a lasciare in sospeso, a tener vivo al lumicino qualcosa di intangibile; ed esageriamo: per poterci illudere di poter chiudere qualcosa che non possiamo chiudere, andiamo a cercarci ciò che è per noi inarrivabile.
Sì, è colpa nostra, perché lo facciamo di proposito: vogliamo desiderare ciò che non possiamo avere, vogliamo amare chi non possiamo avvicinare, vogliamo il dolore che ci è dato dalla mancanza. Forse lo vogliamo perché cercare è un modo per muoversi, per sentirsi vivi.


Mario Iaquinta

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