"Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate"
(Dracula)

lunedì 5 settembre 2011

Muoiono i cavalieri, non la Cavalleria


Il Cavaliere sconfitto è ancora in cerca delle sue avventure, ma nella sua prima apparizione abbiamo già scoperto come finirà. Con lui moriranno i cavalieri, sì, ma non la Cavalleria: gli ideali che mossero lui e uomini come lui, ciò che li spinse ad affrontare il mondo e le sue regole fatte male, il desiderio di lottare e conquistare qualcosa di migliore non moriranno mai. Perché muoiono le persone, non le loro motivazioni.

Continuare a lottare dunque. Ma tutti mi dicono (probabilmente a ragione) che è inutile: è già tutto deciso, Lei ha già deciso, e non c’è niente da fare. E allora dovrei arrendermi senza combattere? Deporre le armi (poche e non certo invincibili, vero) senza neanche averle usate? È un pensiero che la Cavalleria non può contemplare, che un cavaliere non può accettare.

Un cavaliere, un Romantico (seguace del Romanticismo vero) preferisce combattere e poi morire piuttosto che vivere in pace senza aver mai tentato, perché in tal caso sarebbe una vita privata del seme che la rende tale. E allora il cavaliere prepara le sue armi, affila la sua Calliope e cavalca verso la battaglia.

Se Morte sarà, sarà senza rimpianti.

Mario Iaquinta

1 commento:

  1. Yo-hooooooo! Vai, Mario! Stendili tutti! ^O^
    Sei il mio cavaliere preferito!

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